Biografia

 

Giovanni Battista Galperti nasce a Dervio il 14 luglio 1931, da Giuseppe ed Emilia Pensotti. E’ il secondogenito; due anni solo lo separano dalla sorella maggiore Carla, con la quale si stabilisce fin dall’infanzia un profondo e indissolubile legame. Dopo alcuni anni nascono Angela e Nella. In casa vivono anche i nonni paterni che sono praticamente il centro indiscutibile della famiglia. Giovanni è un bambino dolcissimo e molto timido. In un’epoca in cui ai nonni ci si rivolgeva dando del Lei e non erano concessi né vizi né svaghi cresce chiuso in se stesso, accontentandosi di poco e con tanta soggezione anche dei genitori.
Frequenta le scuole elementari a Dervio, dove lascia nelle insegnanti un vivo ricordo della sua non comune intelligenza e del suo comportamento sempre irreprensibile.

 

Giovanni frequenta la scuola media a Lecco, presso il Collegio Arcivescovile Alessandro Volta. La sua vocazione è già manifesta e viene coltivata e seguita dal cappellano del Collegio, Mons. Carlo Dongo. Terminata la scuola media entra nel Seminario Diocesano di Seveso, dove prosegue gli studi liceali. Qui incontra Padre Liuzzo, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, recatosi al Seminario per far conoscere l’Ordine degli Oblati.

Al fascino suscitato da quell’incontro, e il desiderio di essere missionario, che fin da piccolo aveva nel cuore, Padre Giovanni unisce anche la particolare devozione per la Madonna. Perciò nel 1948 entra nel noviziato degli Oblati di Maria Immacolata OMI di Ripalimosani (CB) il ottobre 1949 pronuncia la sua oblazione perpetua. Prosegue gli studi di teologia nello scolasticato oblato di S. Giorgio Canavese (TO) dove viene ordinato sacerdote il 9 dicembre 1956.

Celebra la sua Prima Messa a Dervio, suo paese natale, il 29 giugno 1957 al termine dell’anno scolastico.

Il grande desiderio di Padre Giovanni è quello di partire subito per la missione del Laos insieme ai suoi confratelli. Per qualche ignoto motivo però i suoi superiori hanno altri programmi per lui, e per anni rifiutano a Padre Giovanni questa possibilità. In varie occasioni egli si rivolge per lettera al Superiore Generale, chiedendo di essere mandato in missione. Ed ogni volta riceve una risposta negativa supportata dalle più fantasiose motivazioni.
E quindi Padre Giovanni trascorre sette anni in Italia impegnato prima come Reclutatore e Propagandista OMI a Onè di Fonte e successivamente a Roma, nella redazione della rivista Missioni OMI.

La tanto attesa obbedienza per il Laos arriva il 16 Aprile 1963, grazie alla mediazione di Mons. Lionello Berti, Vescovo del Laos. E’ significativa a tale proposito la lettera che accompagna questa Obbedienza in cui si legge testualmente:

Mi unisco di cuore al Suo “Magnificat” di riconoscenza al Signore, Il quale, per la via dell’obbedienza religiosa, dopo aver messo a dura prova il Suo spirito di oblazione, ha finalmente appagato il Suo profondo e vivo desiderio delle missioni estere. Posso confidarLe che, ancora più che dal Suo ardente desiderio delle missioni, in piena consapevolezza delle difficoltà, il Rev.mo Padre Generale è rimasto profondamente impressionato dallo spirito di autentica e sopranaturale obbedienza con il quale ha accettato la sua risposta negativa del l° novembre scorso.

Dal 1963 al 1974 è in Laos, nel Sud-Est Asiatico, come procuratore della Diocesi a Luang Prabang, capitale reale e religiosa dello stato, unendo agli impegni amministrativi quelli dell’insegnamento e dell’evangelizzazione. Nel Laos buddista non è facile la predicazione del Vangelo che passa solamente attraverso l’insegnamento nelle scuole cattoliche. Padre Giovanni insegna matematica in un istituto di 800 alunni. Nel 1974, al rientro per la terza volta per le vacanze, non torna più al Laos, per motivi che forse troveremo nei suoi Diari.

 

Dopo aver contribuito a gettare le basi della Chiesa in Laos, Padre Giovanni viene chiamato in Ciad, nell’Africa Centrale, un paese povero e martoriato dalla guerra civile. Vi arriva nell’aprile del 1975, proprio nei giorni del colpo di stato che cambiò il corso della storia di quella nazione. In Ciad continua la sua missione apostolica a Gounou Gaya, nella diocesi di Pala. Qui Padre Giovanni, condividendo con gli indigeni la vita di tutti i giorni, sperimenta l’amicizia africana. La povertà e gli stenti lo fanno rientrare in Italia nel luglio 1977, molto provato nel fisico.

 

Ancora una volta non si comprende il motivo per cui, pur essendoci tanto bisogno di lavoro in terra di Missione, i Superiori decidono che Padre Giovanni resti in Italia nella Comunità Oblata di Nesso (CO) dove svolge con grande impegno opera di propaganda e aiuto alle Missioni e si occupa dei profughi laoziani. Tuttavia dieci anni non sono solo “un periodo di riposo” come era stato definito inizialmente dai Superiori.
Dal 1987 al 1989 è a Dakar in Senegal, nell’Africa Occidentale, richiamato per aiutare i Padri già residenti in quella Missione. Una realtà ben diversa dalle precedenti esperienze missionarie, tanto che di questo periodo della sua vita non ha conservato grande documentazione e ben poche fotografie, anche se pure l’Africa del Senegal gli resta nel cuore.

 

Quando capisce che per lui è chiuso il capitolo di vita missionaria, chiede di essere mandato a Lourdes come confessore perché ritiene che il Sacramento della Penitenza sia sottovalutato.

Dal 1990 al 2002 è Cappellano Confessore presso il Santuario di Lourdes. Durante questi anni Padre Giovanni si dedica, con l’impegno e la dedizione che hanno sempre caratterizzato le sue opere, alle Confessioni portando tanto aiuto morale a coloro che lo hanno avvicinato.
Tuttavia, nel 2002 il Superiore Provinciale della Congregazione lo richiama in Italia, a Onè di Fonte. La Comunità Oblata di Onè di Fonte, dove Padre Giovanni aveva già trascorso i primi anni dopo l’ordinazione, era stata una Scuola Apostolica. Poi venne chiusa per mancanza di vocazioni, e la Comunità si fuse con la parrocchia della Beata Vergine del Monte Carmelo. Al momento in cui Padre Giovanni venne trasferito da Lourdes vi risiedevano tre Padri, uno con funzione di Parroco e di Superiore della Comunità, gli altri due come aiuto. Qui le sue mansioni sono pertanto molto limitate, ed il trauma di aver dovuto lasciare Lourdes non è facile da superare.
Uno spiraglio di luce sembrò comparire quando, nel 2004 il Provinciale francese che lo aveva conosciuto e apprezzato a Lourdes, propose a Padre Giovanni di trasferirsi a Nizza presso il Santuario del Sacro Cuore per un periodo che, come da contratto sottoscritto anche dal Provinciale italiano, sarebbe dovuto essere di tre anni. La situazione non era facile, le incomprensioni e le invidie furono la causa di un immotivato e prematuro rimpatrio che lo segnò nell’animo, anche se quasi nessuno seppe o se ne accorse.

Nizza, Mercoledì 20 luglio 2005
Dopo la messa questa mattina è venuta una persona a prenotare delle messe per i suoi defunti. Mi ha parlato di me per dire che parecchie persone preferiscono venire qui alla messa delle 11.00 perché la celebro bene.

Non era un complimento! Ci credo! Ma forse è una delle verità alla radice della mia espulsione da questa comunità OMI e da questa chiesa. ”Signore, fammi giustizia – nell’integrità ho camminato”
Padre Giovanni deve quindi tornare a Onè di Fonte e vi rimane fino al giorno della sua morte, il 23 novembre 2009.
Il dolore e la sofferenza per questo ennesimo immotivato sconvolgimento della sua vita erano talmente profondi che Padre Giovanni, nonostante il suo innato riserbo, ne parlava con tante tra le persone a lui più amiche. Anche la salute ne risentì fortemente. Grande conforto in questi anni è venuto da tanti parrocchiani di Onè di Fonte che gli hanno dimostrato grande affetto e stima e che lo ricordano e lo rimpiangono.
Ora egli riposa nel cimitero del suo paese, vicino ai genitori e a Lino, e finalmente ha raggiunto la pace.